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Edizione bilingue italiano inglese.Traduzione in inglese Maria Antonella Bergamin UN’ AMBIGUITA’ POSITIVAFRANCO PURININel suo libro l’architettura del Neo Brutalismo Anna Rita Emili alla quale si deve già una pregevole monografia su Richard Buckminster Fuller ha saputo sottrarsi a entrambi gli equivoci. L a sua ricostruzione di questo movimento il quale a partire dall’Inghilterra ha segnato in modo profondo la scena internazionale della seconda metà del Novecento è accurata nell’ esporre delle idee che furono centrali nel movimento esauriente sul piano documentario e criticamente convincente. La trattazione dell’argomento è originale nell’impostazione priva dei tanti luoghi comuni che oggi costellano il lavoro di molti storici e critici intrinsecamente pervasa da un forte senso progettuale. Tale ricostruzione non avvicina il Neo Brutalismo alla condizione attuale ma lo rende comprensibile nei suoi contenuti.Come l’autrice chiarisce il nome Neo Brutalismo non significa un brutalismo nuovo rispetto ad uno precedente il nome vuole indicare solo che esso è un nuovo movimento fondato su ciò che è scabro elementare autentico lasciato ad uno stadio di definizione tale da non compromettere la comprensione dei valori visivotattili e delle vocazioni costruttive dei materiali.Nato subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale il New Brutalism come era già avvenuto dopo la grande guerra con il rappel à l’ordre nel quale l’autoreferenzialità moderna il suo radicalismo formalistico largamente incomunicabile che ne derivava si invertisse in un comportamento progettuale più consapevole e responsabile in grado di farsi carico delle grandi questioni soprattutto sociali che l’Inghilterra si trovava allora a fronteggiare.Le motivazioni che sono state alla base del Neo Brutalismo; la teoria che lo ha sostenuto; l’azione dei suoi principali ideatori Alison e Peter Smithson; i modelli di riferimento lo stretto rapporto con artisti scrittori registi Il ruolo svolto nella genesi del movimento da Peter Ryner Banhame Colin Rowen; la storia non come rassegna di esempi da imitare ma come storia di temi come paradigma relativa alla intensità alla logica e alla capacità innovativa della scrittura architettonica.Anna Rita Emili mette in evidenza con grande efficacia come il Neo Brutalismo abbia cercato di evitare sia il concettualismo sia il populismo