Descrizione prodotto
In questo lavoro di ricerca si analizza l’organizzazione interna del Consiglio Superiore della Magistratura, letta da una prospettiva diversa da quella tradizionale degli studi giuridici, affrontando l’analisi di questo soggetto istituzionale utilizzando i parametri della sociologia dell’organizzazione e dell’amministrazione.
Dopo avere condotto una breve disamina storica dei principali eventi che hanno interessato l’organizzazione del C.S.M. nei suoi primi 60 anni, il libro si sofferma sulle modifiche, da ultimo, apportate con la modifica regolamentare del 2016 della quale evidenzia la forte tendenza di questa Istituzione di porsi al passo con i tempi valorizzando gli aspetti della trasparenza e della comunicazione. Inoltre si focalizza su alcuni aspetti: quello della interrelazione organizzativa tra il C.S.M. e altri soggetti istituzionali del “Sistema giustizia” sottolineandone le connessioni sia la sociogenesi di alcuni cambiamenti che hanno interessato nel corso degli anni il Consiglio e che l’autore individua nei cambiamenti del mondo esterno e nella sfera motivazionale di chi – facendosi interprete della domanda di giustizia – interpreta un ruolo decisionale in quello che viene definito un microcosmo. Nel ricondurre questa realtà organizzativa nell’ambito delle più conosciute teorie sociologiche dell’organizzazione, l’autore mette in luce come il modello organizzativo utilizzato dal C.S.M. non sia riconducibile tout court a un unico schema concettuale ma che, al contrario, rappresenta un interessante esperimento di sintesi in cui la signoria delle funzioni si congiunge, come diceva Max Weber, con l’agire sociale razionalmente ordinato, per dare vita e mantenere saldo il valore che questo soggetto incarna: la custodia dell’autonomia della Magistratura ordinaria. La tensione organizzativa e la necessità di declinarla secondo le esigenze della contemporaneità rappresenta per l’autore una delle chiavi di lettura dei cambiamenti organizzativi, che lo stesso definisce sinteticamente come un modello “Weber 2.0.”
Francesco Ferrara è nato a Palermo, dove ha conseguito la laurea in Giurisprudenza, il diploma presso la Scuola di specializzazione in “diritto europeo” e il dottorato di ricerca in “diritto europeo e diritto interno, settore disciplinare: diritto amministrativo”.
Avvocato, ha insegnato diritto amministrativo e diritto pubblico presso l’Università di Palermo e presso diversi enti di formazione. Vive a Roma dove ha conseguito la laurea in Scienze dell’Amministrazione e Politiche Pubbliche. È autore di diverse pubblicazioni giuridiche inerenti sia le problematiche di relazione fra enti pubblici e il ruolo della
dirigenza, sia tematiche ambientali e turistiche, in riviste prestigiose e in volumi collettanei. Con il racconto La fuga del dott. Travet ha ricevuto la prima menzione speciale nel concorso letterario Alphaville “#ho15anni”.
Attualmente è funzionario presso il Consiglio Superiore della Magistratura.
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